Dopo aver passato 20 anni rinchiuso in un circo, questo leone di montagna viene finalmente liberato
Nov 08, 2018 by apost team
Per 20 anni questo splendido esemplare di leone di montagna è stato costretto ad esibirsi in un circo peruviano. Finché qualcuno non ha messo fine a questa crudeltà, e Mufasa è stato finalmente liberato!
Nonostante esista una legge che impedisce l'utilizzo di questi animali nei circhi, molti in Perù non l'hanno rispettata per lungo tempo e numerosi esemplari di animali selvaggi hanno continuato ad essere rinchiusi e costretti ad esibirsi nei circhi.
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Questo è esattamente ciò che è accaduto a Mufasa, costretto a viaggiare continuamente in catene all'interno di un camion.
Ma l'associazione Animal Defenders International (ADI) non ci sta a questo tipo di trattamento contrario alla legge, e ha iniziato a tracciare tutti gli animali e a liberarli dai luoghi in cui erano tenuti prigionieri.
Mufasa era l'ultimo degli animali feroci a ritrovarsi ancora rinchiuso in un circo peruviano, e l'ADI l'ha eroicamente salvato.
Non è stato un compito facile: ci sono stati degli scontri, è dovuta persino intervenire la polizia. Ma alla fine è stato ordinato al circo di rilasciare Mufasa e di portarlo in libertà.
Mufasa è stato così riportato al suo habitat naturale, nella foresta peruviana.
A causa delle condizioni nelle quali aveva vissuto la sua vita, non è stato possibile reintrodurre il leone nell'ambiente naturale. Così l'ADI ha trovato un habitat fatto su misura per lui: un santuario nel cuore della foresta peruviana.
Gli è stato dato tutto ciò di cui aveva bisogno: nel santuario ha ricevuto ottimo cibo e tutte le cure possibili. Purtroppo però è sopravvissuto solo fino al dicembre del 2015, e cioè appena pochi mesi dopo la sua liberazione.
La vita che era stato costretto a vivere nel circo aveva minato profondamente la sua salute. Le catene avevano creato danni fisici, e soffriva inoltre di problemi ai reni e di altre malattie.
Mufasa non ha avuto tanto tempo a disposizione per sé dopo la liberazione, ma quel poco che ha avuto lo deve all'ADI. È incredibile il modo in cui si sono battuti per lui e come siano riusciti a ridargli un po' di libertà a "casa".
Si vede benissimo la differenza nell'aspetto di Mufasa tra la prima foto e l'ultima.
Grazie all'ADI, Mufasa si è spento in pace.
Come ti fa sentire questa storia? A noi ci ha straziato il cuore, ma ci ha anche consolato sapere che c'è qualcuno lì fuori che si batte per i diritti di queste splendide creature. Condivi questo articolo per diffondere la consapevolezza su queste orribili realtà!