Freddie Mercury e la cantante d'opera Montserrat Caballé si uniscono in un eccezionale duetto alle Olimpiadi
Feb 16, 2023
L'abbinamento tra i generi musicali del rock e dell'opera non avviene molto spesso. Mentre il primo si basa sulla spontaneità e sull'espressione sfrenata delle emozioni, l'opera è fondata sulla padronanza e sul controllo delle abilità vocali. Tuttavia, nel 1988, due pesi massimi del genere si sono uniti per regalare al mondo un'eccezionale esibizione dal vivo, che probabilmente non è ancora stata eguagliata.
L'idea di far collaborare l'estroverso frontman dei Queen, Freddie Mercury, con la famosa cantante lirica Montserrat Caballé non è stata naturale. Tuttavia, quando si è saputo che Mercury era un fan acceso del soprano lirico spagnolo, l'idea di un loro duetto è sembrata improvvisamente possibile.
Considerato uno dei migliori cantanti solisti della storia della musica, Mercury era noto per la sua personalità teatrale e per la sua estensione di quattro ottave. Nonostante la sua naturale estensione baritonale, riusciva a cantare soprattutto nella gamma dei tenori. Le sue esibizioni dal vivo non mancavano mai di mandare in visibilio il pubblico, con i suoi movimenti dinamici e la sua personalità coinvolgente, abbinati al suo carisma e al suo fascino. La Caballé, invece, era nota principalmente per le sue interpretazioni delle opere di Verdi e del repertorio belcantistico. Diventata famosa a livello internazionale dopo aver sostituito quella che doveva essere l'interprete principale di "Lucrezia Borgia" di Donizetti alla Carnegie Hall di Londra nel 1965, la Caballé era una presenza regolare e popolare nei principali teatri d'opera, nota soprattutto per la sua voce potente, su cui esercitava un controllo superbo e uno squisito pianissimo.
I due sono poi saliti insieme sullo stesso palco in una notte straordinaria per emozionare la folla - e il mondo ancora oggi a distanza di decenni - in un duetto rimasto unico.
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Nato Farrokh Bulsara a Zanzibar il 5 settembre 1946, Freddy Mercury si era già fatto un nome come eclettico frontman dei Queen e aveva accumulato un forte seguito. All'apice della popolarità dei Queen negli anni '70, sarebbe stato quasi impossibile nominare un altro artista che incarnava al meglio lo zeitgeist della cultura giovanile dell'epoca. Il suo talento non si limitava solo al canto: a Mercury viene attribuito il merito di aver scritto 10 delle 17 canzoni dell'album "Greatest Hits" dei Queen, tra cui "Bohemian Rhapsody", "Somebody to Love", "We Are the Champions", "Don't Stop Me Now" e "Crazy Little Thing Called Love".
Nonostante la sua immensa fama e popolarità, Mercury aveva comunque una grande stima e rispetto per altri artisti, tra cui la spagnola Montserrat Caballé, di formazione classica. Durante un'intervista nella tournée in Spagna, Mercury aveva reso nota questa sua ammirazione, affermando, durante un'intervista radiofonica del 1986, che la cantante con cui gli sarebbe piaciuto di più collaborare era la Caballé. La Caballé era venuta a conoscenza di ciò che Mercury aveva detto più o meno nello stesso periodo in cui le era stato affidato il compito di progettare un'esibizione speciale per le Olimpiadi del 1992 a Barcellona. Così la cantante lirica aveva avuto l'idea di rivolgersi alla leggenda del rock. Mercury era stato felicissimo della proposta di quello che era uno dei suoi idoli. Secondo quanto riportato dall'Express, in una delle sue ultime interviste trasmesse nel 1987 Freddie Mercury aveva detto:
"Mi ha chiamato qualche settimana fa e mi ha detto che le sarebbe piaciuto lavorare con me. Sono caduto a terra. Ho pensato: 'Mio Dio!' L'ho amata per anni. ... Ora mi piace l'opera. Lasciamo perdere il rock n roll. È davvero una sfida, non ho mai pensato di scrivere questo tipo di canzoni e sono sicuro che i critici d'opera le criticheranno, ma è una sfida bellissima in questo momento della mia vita".
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All'epoca, all'insaputa del mondo, i due stavano lavorando all'inno delle Olimpiadi del 1992, ma il loro legame si era a tal punto rafforzato che è stato poi realizzato e pubblicato un intero album di duetti, pubblicato nel 1988 con il titolo "Barcelona". La traccia omonima dell'album, destinata a diventare l'inno delle Olimpiadi del 1992, è stata pubblicata nel 1987. Il brano è diventato uno dei più grandi successi di Mercury al di fuori dei Queen, raggiungendo il numero 8 della UK Singles Chart. Quando Mercury e la Caballé si sono riuniti di persona per eseguire la canzone, le cose hanno preso una piega ancora più straordinaria.
Nell'estate del 1987, in occasione del festival La Nit di Barcellona, Mercury e la Caballé sono saliti insieme sul palco, mentre il pubblico attendeva con il fiato sospeso di sapere come sarebbe stato l'amalgama tra rock e opera nella realtà. Il risultato è stato a dir poco mozzafiato. La coppia ha sfruttato i propri punti di forza: Mercury ha usato la sua voce sensazionale per scandire ogni parola con precisione, mentre la Caballé ha usato le sue abilità melodiche ben affinate per accompagnarlo, con effetti impressionanti.
Nella performance di Mercury e della Caballé, i generi del rock e dell'opera hanno trovato una perfetta sovrapposizione. Mentre Mercury intonava le parole con un'enunciazione perfetta, la Caballé lo sosteneva con la sua voce fluida e controllata. Al momento del crescendo, il pubblico era in delirio mentre i fuochi d'artificio illuminavano il cielo dietro il palco, segnando la fine di quella che tutti sapevano sarebbe stata un'esperienza unica di cui si sarebbe parlato per anni.
Anche se l'esibizione è passata alla storia come una delle esperienze più dinamiche e rivoluzionarie della musica, la storia non ha avuto il lieto fine che meritava. Mercury non avrebbe assistito all'apertura delle Olimpiadi di Barcellona del 1992 e sarebbe morto per complicazioni legate all'AIDS nel novembre del 1991.
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