Ex maestra di scuola accende un dibattito spiegando i cinque motivi dietro le sue dimissioni

Ott 28, 2021

Molti di noi conoscono personalmente degli insegnanti e sono consci della loro epica dedizione al proprio lavoro. Ogni singolo giorno affrontano una miriade di difficoltà, gestendo classi piene di bambini - che vanno dall'essere angioletti all'essere diavoletti - e guadagnando stipendi non proprio eccezionali. Ah, e poi devono anche avere gli occhi che brillano e devono sprizzare energia ed entusiasmo da tutti i pori già dal mattino. Il tutto considerando che il comportamento di alcuni genitori non fa che rendere il loro lavoro ancora più impegnativo: magari perché non danno alcuna educazione ai propri figli, o al contrario danno un'educazione troppo rigida, o semplicemente perché credono che il proprio tesorino non abbia affatto bisogno di disciplina. E noi ci chiediamo ancora perché così tanti arrivino allo stremo.

Jessica Gentry è una di quelle maestre che a un certo punto ha raggiunto il limite. In un post brutalmente onesto, pubblicato su Facebook nel 2019 e che ha attirato molta attenzione, ha illustrato cinque motivi per cui il proprio lavoro l'ha stressata al punto da rinunciare a ciò che amava fare.

E, a quanto pare, lo stipendio non aveva assolutamente nulla a che fare con la decisione di smettere di insegnare. Gentry, piuttosto, ha menzionato una serie di difficoltà e battaglie che ha dovuto affrontare durante il lavoro. Ha usato il suo lunghissimo post su Facebook anche per descrivere quanto si sentisse abbandonata a sé stessa nel fronteggiare questi problemi, come non ricevesse alcun aiuto dai propri datori di lavoro e dai genitori dei bambini, o come fossero proprio i datori e i genitori ad aggravare ulteriormente i problemi. Così, lasciata sola con quelle che le sembravano sfide insormontabili, Gentry ha deciso di lasciare il proprio lavoro nonostante adorasse insegnare ai bambini e avesse scelto quella professione mossa dalla sua genuina passione per l'istruzione.

Di seguito daremo un'occhiata a ciò che Gentry ha scritto e a ciò che l'ha spinta a lasciarsi alle spalle il lavoro dei suoi sogni e quella che considerava essere la sua vocazione.

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La prima ragione che ha portato Gentry a lasciare la propria professione è stata la convinzione che i genitori non si assumano la responsabilità di ciò che i propri figli fanno. La ex maestra afferma che il modo in cui i genitori "fanno i genitori" è cambiato a causa degli orari lavorativi più lunghi e del crescente uso della tecnologia come passatempo per i propri figli. Questi fattori priverebbero i genitori dell'opportunità di insegnare il rigore e la disciplina, oltre che di esprimere il proprio amore.

"Le classi sono il luogo in cui per la prima volta si sentono dire di 'no', in cui vengono dati loro dei limiti, in cui viene dimostrato l'amore attraverso il rispetto", scrive la ex educatrice. Cita esplicitamente anche questo punto per spiegare che, contrariamente a ciò che spesso si dice, non sono i bambini a essere cambiati, ma il modo in cui vengono cresciuti e trattati.

"La vecchia scusa de 'i bambini sono cambiati'. No. Proprio non ci siamo. I bambini sono bambini. È il MODO DI FARE I GENITORI che è cambiato. È la SOCIETÀ che è cambiata."

La seconda lamentela riguarda il fatto che un'istruzione incentrata su un approccio tecnologico riduce la capacità degli alunni di interagire tra di loro e con la società. "Perciò dimenticatevi delle basilari regole che li portano a saper instaurare delle relazioni e a imparare le cose in modo partecipativo e pratico", sono state le parole meno dure che aveva da dire a riguardo. Continuando, ha spiegato:

"I bambini già da ora non sanno interpretare i segnali sociali e comportarsi in modo appropriato nei vari contesti sociali... ma diamo loro altri dispositivi, perché fa figo per il nostro sito. Durante un colloquio, una responsabile mi ha chiesto: 'Come te la cavi con la tecnologia? Per noi è importante'. Uhhh... ho sentito che Bobo lo scimpanzé è abbastanza bravo con la tecnologia... Io mi considero abbastanza brava con i bambini."

La terza questione che ha toccato per l'ex educatrice un nervo scoperto riguarda l'aver tolto agli insegnanti tempo per organizzare e preparare le proprie lezioni. Il tempo che prima era dedicato a organizzare le lezioni è ora impiegato a fornire agli educatori una formazione su metodi basati sulla tecnologia.

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Come ha scritto nel suo post: "Abbiamo dovuto partecipare a una giornata di formazione durante un giorno di scuola (quindi tempo tolto agli alunni), poi ci abbiamo impiegato TRE SETTIMANE per mettere in pratica il sistema... una persona alla volta... con 21 alunni. Che. Spreco. Avrei potuto darvi tutte le informazioni su di loro senza sottrarre del tempo prezioso all'istruzione."

Il quarto problema descritto nel suo sfogo epico su Facebook, che assomiglia un po' al primo punto, riguardava ancora una volta il fatto che non riusciva a far assumere ai genitori irresponsabili le loro responsabilità. La ex educatrice ha espresso la propria frustrazione nell'aver dovuto adottare un "approccio da servizio clienti" con i genitori, invece che "renderle vere e proprie persone pronte a cooperare."

"Ho visto le filippiche su Facebook riguardo alle questioni sulla frequenza e sul ricevere "la lettera" dalla scuola. Be', il punto è questo... Non posso insegnare a tuo figlio se non è a scuola. Sono stata insultata da genitori che volevano partecipare alle gite, ma che non avevano risposto alle TRE comunicazioni che erano state recapitate a casa; e quando infine alla gita ci sono andati, sono rimasti incollati al cellulare per tutto il tempo. Ho avuto genitori che ai colloqui non si sono presentati diverse volte, ma che poi mi hanno urlato contro di andare a riferire tutto su di me quando mi sono rifiutata di offrire attività da fare dopo l'orario scolastico. Ho avuto genitori che mi hanno detto che non mi devo permettere di dire di 'no' ai loro figli..."

Non c'è da meravigliarsi che gli insegnanti fuggano in massa di fronte a queste condizioni.

La quinta e ultima ragione che ha portato Gentry a lasciare definitivamente la cattedra può essere decisamente riassunta in queste parole: "Partecipi a una riunione dopo l'altra, implori di ricevere più aiuto, solo per poi sentirti dire: 'Cerca di preoccuparti meno e dormire sogni tranquilli'... quando tu AMI i tuoi alunni e hai A CUORE la tua missione... certi messaggi ti distruggono."

Cosa ne pensi? Gli insegnanti hanno una reputazione ingiusta? Il suo problema è esagerato o tra i nostri educatori, le loro reti di sostegno e i genitori esiste un effettivo distacco?

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